Scopri i segreti che alcune società di selezione custodiscono gelosamente e che ti faranno preferire altre strade per trovare un’occupazione.
Prima di iniziare la lettura dell’articolo, un messaggio dedicato a chi lavora per le Società di Selezione…
Una volta per tutte…
Io NON penso che TUTTE le Società di Selezione o altri tipi di intermediario siano poco professionali. Tra le persone che più stimo ed ammiro ci sono alcuni Head Hunter, recruiter e chi si occupa di risorse umane. Alcuni addirittura collaborano al progetto di Colloquio Diretto o sono stati miei studenti (o viceversa). Purtroppo esistono professionisti e quelli che fanno solo finta di esserlo. Io mi riferisco solo ai secondi riportando i loro errati comportamenti. La discriminazione per l’età è uno di questi. Se ti senti indignato dai miei articoli pensa bene al vero motivo per cui lo sei. Non sono mai stato attaccato dai veri professionisti della selezione. Ci sarà un motivo, non trovi?
Non hanno nulla per te.
Spesso accade che malgrado la società di selezione promuova una posizione lavorativa molto interessante, non ci sia alcun posto di lavoro disponibile per il candidato.
Il motivo deriva dal fatto che spesso queste aziende o si trovano con pochi impegni di selezione (ma devono lo stesso sostenere i loro costi fissi) oppure cercano di crearsi una lista di candidati da proporre in futuro (forse ).
Sono decisive solo nel 7% dei casi.
Capisco che visto il gran parlare che si fa di queste aziende, tu ti sia immaginato che per trovare lavoro tu debba passare necessariamente per le loro mani: niente di più sbagliato.
Secondo Il Sole24ore in Italia metodi come il passaparola, le conoscenze, il colloquio diretto, sono decisivi nella scelta di nuove figure professionali per circa il 93% dei casi.
Solo il 7% viene garantito dalle società di selezione e tutte le altre aziende e professionisti che svolgono attività simili.
Non curano i tuoi interessi (talvolta neanche quelli dei loro clienti).
Dopo che hai sostenuto diversi colloqui e sei quindi in dirittura d’arrivo per ottenere il tuo agognato lavoro, spesso ti ritrovi di fronte a un’amara sorpresa: la trattativa sulla tua retribuzione.
La società delegata alla ricerca di personale guadagna una percentuale sulla tua futura retribuzione annua, costo che va a gravare sui costi dell’azienda che assume. Questo comporta che spesso i soldi in più che il tuo passato lavorativo e capacità meriterebbero, saranno destinati alla società di selezione come compenso per l’attività.
Sarà il recruiter a cacciarti in gola questa cosa obbligandoti a rinunciare alla posizione nel caso tu non sia disposto a accettare il compenso più basso (anche se sei il candidato migliore per il loro cliente).
È il computer a selezionarti.
Con la complicità della tecnologia usata in diversi siti di offerta lavoro, lo spoglio iniziale dei curriculum vitae viene effettuato tramite un programma informatico che scarta tutto quello che non presenta parole chiave ben definite oppure che non soddisfa alcuni criteri discriminatori come l’età.
In questa maniera anche se sei il genio della tua materia e in passato hai prodotto grandi risultati, la tua candidatura potrebbe rapidamente finire nel cestino assieme a quelle di chi non ha il tuo stesso livello di competenza e professionalità.
Le cose gli vanno male.
La crisi economica e la seguente riduzione dei posti di lavoro disponibili, ha causato grossi problemi economici a molte aziende che si occupano di selezione.
Dato che nella maggior parte delle volte queste vengono retribuite solo a seguito dell’assunzione dei candidati che propongono, esse hanno iniziato a ridurre i numero dei loro collaboratori. Tutto questo abbassa notevolmente la loro capacità di riconoscere il tuo talento.
Fanno degli errori.
Alcune aziende di selezione non hanno un sistema di sicurezza adeguato oppure non fanno troppo caso a dove mandano la tua candidatura con il rischio che la tua proposta lavorativa potrebbe finire nelle mani del tuo attuale capo con il risultato che se un lavoro lo hai già, potresti perderlo.
Non sapevano che altro fare.
E’ molto elevato il numero di aziende fondate da imprenditori senza scrupoli che hanno visto anni fa nella selezione del personale la possibilità di inventarsi un business poco costoso senza dover investire in professionalità.
Se provi a guardare i profili di molti selezionatori potrai trovare ex avvocati, venditori, formatori, ragionieri o altre funzioni lavorative che non centrano molto con il ruolo ma che evidentemente hanno trovato il modo di riciclarsi.
In conclusione…
Vale la pena di continuare a impegnarsi passando tanto tempo a guardare gli annunci di lavoro, adeguando la tua candidatura per superare il giudizio delle società di selezione?
La risposta è si ma a condizione che tu avendo ora chiari i limiti di queste società, abbassi le tue aspettative di trovare un lavoro.
Ti segnalo alcune guide e video gratuiti che possono aiutarti a accedere a quel 93% di opportunità lavorative che non vengono gestite tramite le società di selezione. Per guardarle, inserisci qui sotto la tua email per iscriverti alla lista di distribuzione.
Buongiorno,
in base alla mia esperienza non posso che confermare. Tempo fa, rispondendo ad annunci su portali sono stato chiamato per 3 colloqui “conoscitivi” (tutti hanno utilizzato la stessa espressione) da noti e blasonati intermediari. In due casi ho ricevuto la risposta immediatamente: addirittura pochi minuti dalla mia email! Due colloqui sono stati una fotocopia: mi hanno informato l’annuncio in realtà non faceva per me fin dall’inizio. In una caso hanno detto che l’età era il problema, nell’altro che l’inserzione era in stand-by. Tuttavia, mi avevano chiamato per conoscermi ed inseririmi nel loro “database”. Molte domande identiche e scontate (stesse espressioni), stessa proposta finale di farmi da sponsor presso aziende di mio gradimento. Le prime volte ci si sente comunque lusingati, tutto sommanto qualcuno ha interesse per noi. Quando la cosa si ripete però, si inzia a farsi delle domande sul perchè agiscano così, ci si sente presi in giro e il morale va giù! Dopo vari colloqui si inizia a capire che qualcosa non quadra e che facendo qualche domanda spesso cadono in pesanti contraddizioni. Ad esempio, esaltano il “database” però affermano che in presenza di nuovi annunci è meglio inviare nuovamente la candidatura perchè prima selezionano quelli che rispondono. Oppure: chiedono di essere sporsor presso aziende di vostro gradimento ma poi ammettono che se l’azienda non ha annunci in corso non serve a molto. Grazie a questo blog ho scoperto alcuni dei reali motivi di questi atteggiamenti e cambierò completamente il mio approccio.
Buongiorno. Sento spesso di Head Hunter che improvvisamente si trasformano da “cercatori” (senza mandato) in “facilitatori” (a pagamento). Mi sembra indice di scarsa professionalità. Per fortuna la percentuale di questi personaggi è limitata.
Il mio ultimo colloquio con un Head Hunter o un HR in generale l’ho sostenuto nel 2003, dove essendo arrivata la mia candidatura sul filo di lana mi hanno fatto sostenere il colloquio alla presenza dell’imprenditore, che era alla ricerca di un braccio destro. Ad un certo punto ha chiesto di restare solo con me ed una settimana dopo ero nel mio nuovo ufficio, a fianco a quello di uno dei ”capi” migliori che io abbia mai avuto. Lui.
Logicamente la Societa’ di selezione ha visto riconosciute le sue spettanze.
Ma colui che poi mi ha voluto con se era infastidito dalla serie di domande che poco gli sembravano attinenti con la figura di cui avvertiva il bisogno.
Da allora mai piu’ colloqui (in 13 anni); credo sia un record e sono dovuto emigrare all’estero. Questo perche’ pur avendo un profilo medio-alto non si trovano di fronte un CV lineare che rispecchi le parole chiave attese e che ne tuteli la scelta.
Purtroppo imprenditori che seguono in prima persona i processi di selezione sono sempre meno, questo produce un middle management di persone che rispecchiano la personalita’ e gli schemi mentali di chi li ha scelti; in prevalenza persone che mai hanno affrontato il mondo del lavoro ‘reale’ e non sono in grado di capire a fondo le logiche illustrate da candidati atipici.
Vero…e mancante di alcune parti. Per lungo tempo (3anni) mi sono divertito a rispondere a tutte le richieste di personale sull’area di Milano. SaPete quale è la tecnica migliore? Reggetegli il gioco fino al momento in cui vi presentano al cliente, non firmeranno alcun contratto prima di quel momento dopodiché con il cliente che ha perso tempo per vedervi e si è ingolosito, gentilmente rifiutate. ATTENZIONE IL TEMPISMO E TUTTO, DOVETE RIFIUTARE DOPO CHE IL LORO CLIENTE HA ESPRESSO PARERE POSITIVO dicendogli che già guadagnate molto di più e che la selezione era solamente volta a scandagliare il mercato alla ricerca di opportunità ed al solo fine di mantenere il valore consulenziale alto. Ho visto aziende arrabbiarsi mentre li prendevo in giro facendoli sentire burattini, ne ho viste altre fare controfferte imbarazzanti (mai vendersi ad una controfferta, vi annullate da li in avanti)
Il solo modo di difendersi è fargli credere di avervi venduti mentre poi li lasciate a giustificare il fatto che hanno fatto perdere tempo prezioso al cliente. Solamente così potrete difendervi e rimettere a posto questo mondo
Buongiorno a tutti. Per esperienza personale, ho notato che molte società di selezione organizzano finti colloqui, finalizzati esclusivamente a ottenere informazioni su aziende e candidati. In questi casi, il tipico “copione” prevede un contatto mediante Linkedin o siti di ricerca lavoro, il colloquio presso la società di selezione, un eventuale colloquio presso l’azienda cliente, infine silenzio assoluto (nonostante le telefonate di sollecito). Durante tali colloqui, molte domande effettuate dai selezionatori riguardano il funzionamento della società presso la quale si lavora. Pochissime domande sono realmente riferite alle capacità e agli interessi di candidati. L’obiettivo di questi finti colloqui è palese: riempire i database della società di selezione e permettere alle aziende clienti di ottenere informazioni sulla concorrenza.
Max C, fingere ricerche di personale è una pratica comune che può diventare molto pericolosa nel caso la Società di Selezione non disponga di procedure che garantiscono la riservatezza. Ci sono addirittura aziende che usano questo stratagemma con i venditori per crearsi una lista di potenziali clienti a costo zero. L’unico modo per evitare situazioni simili, è candidarsi direttamente creando una sorta di complicità con il potenziale nuovo datore di lavoro.
Conosco e apprezzo “Brucia il tuo curriculum” e Riccardo Maggiolo, uno dei fondatori per cui non c’e’ nessun problema a pubblicare i suoi riferimenti. Se guardi l’articolo “Il Curriculum Vitae è una cagata pazzesca!” troverai anche il link al suo canale youtube.
Il punto “non hanno nulla per te” è sicuramente il più vergognoso. Ci vorrebbe un TripAdvisor degli headhunter. Io ne ho fatto le spese con un headhunter che ha un ufficio virtuale al Regus di Largo Richini a Milano. Ogni 6 mesi ripubblica sempre gli stessi annunci per aggiornare i suoi database.
Giovanni, bella idea quella del TripAdvisor degli headhunter ma credo che questi personaggi si estingueranno presto da soli. Strumenti come Linkedin e le Lettere di Colloquio Diretto hanno ormai preso il sopravvento e la costante riduzione dei costi per la ricerca del personale sta dando l’ultimo tocco (di grazia) a chi vive di questa professione. Ho letto proprio l’altro giorno un post di un noto head hunter, che sosteneva che ormai la categoria dei recruiter è quasi arrivata alla fine e che sopravviverà solo chi avrà un approccio molto diverso da quello che hai prima citato tu.